Si definisce cefalea qualsiasi genere di dolore localizzato al cranio. Ma analizziamo meglio gli aspetti che caratterizzano questi due differenti tipi di mal di testa e il contributo che l’osteopatia può dare in questi casi.

CEFALEA CERVICOGENICA

La cefalea cervicogenica, classificata come cefalea secondaria (International Classification of Headache Disorders, Part II, 11.2.1 Cervicogenic headache), è un mal di testa di tipo cronico causato da un disturbo della colonna cervicale e dalle sue componenti osteo-mio-articolari (ossa, muscoli, legamenti, dischi intervertebrali, articolazioni, tessuti molli etc.) solitamente accompagnato da dolore al collo, ma non sempre presente.

Rappresenta il circa 15% di tutti i mal di testa e colpisce prevalentemente il sesso femminile, con un rapporto di 4:1. Il dolore inizia nel collo e nella zona occipitale e si irradia solitamente nella regione frontale, oculare e temporale ed è tipicamente aggravato da determinate posture o movimenti del collo così come da un posizionamento passivo, specialmente in estensione o in estensione associata a rotazione dal lato del dolore. I pazienti con cefalea cervicogenica presentano spesso un’alterata postura del collo o una ridotta mobilità cervicale, specialmente nei primi segmenti vertebrali (Occipite-C1-C2).

I presupposti sono:

  • patologia cervicale individuabile all’imaging (es. artrosi, discopatia);
  • interessamento di strutture cervicali algosensibili;
  • coinvolgimento di strutture che abbiano, per innervazione, la possibilità di riferire un dolore alla testa.

Spesso si riscontra dolore alla palpazione delle faccette articolari e a livello del nervo grande occipitale omolaterale. Altri possibili meccanismi di dolore riferito cervico-cefalico vengono reperiti a livello miofasciale: i trigger point nella muscolatura suboccipitale, cervicale e delle spalle (trapezio superiore, SCOM, massetere, temporale, digastrico, spleni etc.), possono provocare o esacerbare dolori alla testa quando stimolati.
Non vengono solitamente riportati segni neurologici da radicolopatie cervicali

CEFALEA MUSCOLO-TENSIVA

La cefalea muscolo-tensiva, classificata come cefalea primaria (International Classification of Headache Disorders, Part I, 2. Tension-type headache TTH) è la più frequente tra le cefalee primarie ed è in assoluto la forma di cefalea più comune (30-78% prevalenza nella popolazione generale). Ha una maggiore incidenza nelle donne rispetto agli uomini, soprattutto tra i 40 e i 50 anni d’età, causando anche disabilità e diminuendo la qualità della vita.

La frequenza e la durata degli attacchi sono molto variabili; i sintomi possono variare, ma generalmente è caratterizzata da dolore di tipo costrittivo al capo, spesso bilaterale (a casco, a fascia) come una sensazione di compressione di intensità non elevata, non aggravato dalle normali attività quotidiane, con possibile fotofobia o fonofobia o lieve nausea, frequentemente accompagnato da tensione nel collo e nelle spalle. Il dolore può durare da qualche ora a giorni interi e si manifesta spesso in concomitanza a periodi di stress o tensioni emotive. Sebbene non universalmente dimostrato, la contrazione dei muscoli di testa e collo sembra giocare un ruolo importante nella genesi della TTH.

La cefalea tensiva episodica è caratterizzata da un modello fisiopatologico che prevede un dolore basato su meccanismi periferici (contratture, posture viziate, traumi, disfunzioni oro-mandibolari) che agiscono per un periodo limitato di tempo.


La cefalea tensiva cronica invece, su meccanismi periferici che perdurano nel tempo provocando sensibilizzazione centrale, con un potenziamento delle afferenze dolorifiche, iperalgesia e un ridotto controllo inibitorio discendente da parte dei centri sopraspinali (corteccia, sistema limbico).


Possiamo quindi affermare che la cefalea tensiva cronica è probabilmente il risultato di modificazioni centrali dei meccanismi di facilitazione/inibizione del dolore, piuttosto che della semplice contrattura muscolare, che agisce tuttavia da primum movens. Il paziente con cefalea tensiva cronica è portatore di un particolare habitus bio-genetico-comportamentale, che può includere stress psico-sociale, ansia, depressione, difficoltà all’adattamento.

La postura è importante?

Un ruolo rilevante, in entrambi i tipi di cefalea, viene ricoperto dalla postura (posizione del corpo umano nello spazio e la relativa relazione tra i suoi segmenti corporei determinata dalla contrazione di gruppi di muscoli scheletrici che si oppongono alla forza di gravità): una “postura scorretta” a lungo andare crea stress a più strutture anatomiche e compensazioni varie. Le conseguenze si manifestano normalmente con un carico di lavoro eccessivo ed energeticamente dispendioso, creando tensioni acute o croniche in quei muscoli che possono generare e mantenere il mal di testa.

TRATTAMENTO MANIPOLATIVO OSTEOPATICO (OMT)

Le evidenze scientifiche supportano il ruolo chiave che le terapie manuali possono avere nel mal di testa, sia in quello muscolo-tensivo che in quello di origine cervicale. Le ricerche suggeriscono che tutti i pazienti che soffrono di cefalea cervicogenica e muscolo-tensiva possono trarre beneficio dalla terapia manuale

Il trattamento manipolativo osteopatico (OMT) è una medicina manuale che utilizza un’ampia varietà di tecniche ed approcci per migliorare le funzioni fisiologiche ed aiutare l’organismo a ripristinare una corretta omeostasi, risolvendo le disfunzioni somatiche che ne alterano il funzionamento.
I punti di forza del OMT possono essere sintetizzati in:

  • approccio olistico ed individuale al paziente;
  • potenziale assenza di effetti collaterali;
  • possibilità di co-somministrazione.

Ogni caso è sempre unico ed irripetibile e deve essere valutato dal punto di vista osteopatico in modo da identificare le disfunzioni somatiche del caso, che verranno trattate in seguito con le metodologie più appropriate. Lo scopo del trattamento è quello di ripristinare il miglior equilibrio possibile nelle strutture coinvolte, e di ridare all’individuo un equilibrio organico dal punto di vista biomeccanico/posturale, viscerale/biochimico e psico/emozionale. Verrà indagato anche il contesto bio-psico-sociale e lavorativo, per individuare eventuali cause in uno di questi contesti (ad esempio una reiterata postura scorretta in ambito lavorativo), individuando eventuali figure professionali specialistiche che potranno congiuntamente collaborare con l’osteopata per un risultato ottimale e soprattutto duraturo.

Bibliografia: