Un po’ di storia

La dentosofia nasce quando il chirurgo dentista francese Michel Montaud decise di dare un nome che definisse questo approccio innovativo, basato sulla relazione tra denti, corpo e psiche; un approccio nuovo, messo a punto dallo stesso Montaud insieme al collega Rodrigue Matthieu a partire dal 1984, quando hanno cominciato ad effettuare studi specifici di dentosofia, utilizzando come attrezzatura ortodontica primaria l’attivatore, un apparecchio in caucciù o silicone, esplorandone gli usi anche come riequilibratore posturale e come armonizzatore psicoaffettivo.

Che cos’è e a che cosa serve l’attivatore?

Si tratta di una sorta di paradenti, con una doppia doccia in grado di accogliere le due arcate dentarie tenendole separate, e isolarle completamente dall’azione delle labbra e della lingua, che è accompagnata fino alla propria posizione fisiologica a contatto con il palato. Quando indossato riporta la bocca alla sua modalità di funzionamento naturale,permettendo ai denti di ritornare nella loro posizione corretta. Praticamente tutte le malposizioni dentarie, le dismorfosi della bocca e persino alcuni disordini respiratori, infatti, sono causati dall’alterazione del normale sviluppo dell’apparato stomatognatico, che segue al mantenimento nel corso della vita di cattive abitudini durante masticazione, deglutizione e postura della lingua a riposo che, come una goccia d’acqua su una roccia, lasciano pian piano il segno. Un esempio pratico: immaginiamo di battere con la lingua, ogni volta che deglutiamo (e lo facciamo circa duemila volte al giorno), sugli incisivi. Con l’andare del tempo, a meno che non siano corretti attraverso l’uso di un apparecchio ortodontico, gli incisivi tenderanno a sporgere. È un buon esempio anche perché permette di sottolineare una delle principali differenze che ci sono tra ortodonzia fissa e terapia con attivatore. Mentre l’apparecchio ortodontico, se ben utilizzato dall’ortodontista, applicando una trazione riporterà gli incisivi in posizione e ce li terrà con la forza nonostante la continua spinta della lingua, l’attivatore, molto più semplicemente, educherà la lingua a poggiare sul palato durante la deglutizione e a riposo, eliminando così la spinta sugli incisivi che torneranno in linea con gli altri denti. Con queste premesse, è intuitivo dedurre che tolto l’apparecchio, la lingua porterà di nuovo i denti in fuori, mentre terminata la terapia con l’attivatore, gli incisivi verranno finalmente lasciati in pace.

La collaborazione con l’Osteopatia

“La fisiologia della bocca è la chiave della fisiologia del corpo, sin dalla nascita e per tutta la vita”. Questa la chiave per comprendere la salute generale del corpo umano secondo la dott.ssa Marie Solange Raymond, medico dentista di Parigi, fautrice della una terapia globale chiamata “ortodonzia funzionale” sviluppata a partire dalla formazione con M. Montaud in dentosofia, grazie a una lunga pratica professionale con l’attivatore.

La fisiologia della bocca è la chiave di tutto, a livello fisico, psichico, energetico e spirituale, secondo la dott.ssa Raymond, la quale nel suo lavoro tende a collaborare con altre figure terapeutiche, fra cui l’osteopata, nell’ottica della promozione della salute generale. “I blocchi dell’essere umano in questa società sono così profondi che è bene lavorare in collaborazione con altre figure professionali, come il dentista e l’osteopata: nella mia esperienza professionale in Francia ho sempre collaborato con altri terapeuti, in particolare con osteopati, soprattutto quando vi erano delle zone nella struttura fisica della persona alle quali non riuscivo ad accedere. A volte ci può essere un blocco specifico in una parte del cranio che solo l’osteopata può cogliere, quindi il percorso terapeutico con il paziente diventa uno scambio reciproco tra i terapeuti utile a ristabilire l’equilibrio”.

Lo stesso Montaud pone fortemente l’accento sul ruolo dell’osteopatia che condivide con la dentosofia i principi cardine, primo fra tutti quello che definisce l’individuo come unità di corpo, mente e spirito. Entrambe le discipline, inoltre, basano le proprie cure sul presupposto fondamentale che l’organismo possiede capacità di autoguarigione, autoregolazione e conservazione della salute, e sia l’Osteopatia che la Dentosofia lavorano per creare gli stimoli e le condizioni adeguate affinché queste qualità si manifestino.

Di cosa si occupa l’Ortodonzia Funzionale?

Il lavoro dell’ortodonzia funzionale (o dentosofia) è innanzitutto quello di ristabilire la corretta funzionalità della bocca, le funzioni neurovegetative di respirazione nasale, masticazione, deglutizione e fonazione che, se non impostate correttamente, implicano delle ripercussioni su tutte le funzioni del corpo che non possono esprimersi al meglio. 

Per questo e per altri motivi, la terapia con Attivatore viene anche chiamata Riabilitazione Neuro-Occlusale. È infatti una vera e propria rieducazione delle funzioni di base della bocca, che la porta a raggiungere quel famoso equilibrio biomeccanico che le permetterà di lavorare più efficacemente e di durare nel tempo.

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