perfusione cerebrale

Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT) è un approccio terapeutico volto a migliorare l’autoregolazione del corpo concentrandosi sulla correzione delle disfunzioni somatiche. Nonostante sia stato negli ultimi anni oggetto di diversi studi scientifici che ne dimostrano l’efficacia clinica, i meccanismi neurofisiologici sottostanti così come gli effetti della perfusione vascolare, non sono stati ancora adeguatamente approfonditi.

A tale scopo un gruppo multidisciplinare di ricercatori italiani, tra cui osteopati, psicologi, fisici e medici (tutti facenti parte della IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma) ha deciso di analizzare, attraverso l’utilizzo della risonanza magnetica, la variazione della perfusione cerebrale in soggetti giovani asintomatici.

Nello specifico è stata adottata la metodica detta “Arterial Spine Labeling” (ASL) per indagare sui livelli di perfusione cerebrale pre e post trattamento a livello di ogni area cerebrale. I dati dei soggetti trattati con OMT sono stati confrontati con un gruppo omogeno di pazienti sottoposti a trattamento placebo (SHAM), in cui gli osteopati hanno simulato un OMT (realizzato mediante un ordine protocollato di tocchi passivi), cosa di cui i pazienti non erano a conoscenza. Sono stati valutati gli effetti, tramite risonanza magnetica, sia a distanza di pochi minuti dal trattamento che a distanza di 72 ore.

Lo studio

Lo studio randomizzato, approvato dal Comitato Etico della Fondazione Santa Lucia, prevedeva l’assegnazione dei pazienti ad uno dei gruppi OMT o SHAM in modalità del tutto casuale, con terapie osteopatiche individualizzate applicate sulle disfunzioni somatiche più severe e rilevanti di tutto il corpo, nel pieno rispetto dell’approccio olistico, concetto cardine dell’osteopatia; in alternativa (per il trattamento placebo) una serie di approcci manuali passivi in un ordine protocollato.

La ricerca, condotta su un campione di 30 soggetti, 15 per gruppo, con due osteopati per terapia, ha portato ad importanti risultati. Confrontando i dati dei due gruppi, OMT e SHAM, è emerso che il trattamento osteopatico individualizzato globale induce dei cambiamenti nella perfusione cerebrale in soggetti sani asintomatici fin da subito, con modifiche riscontrate a livello di due aree cerebrali:

  • la corteccia cingolata posteriore (PCC), considerata un nodo critico della cosiddetta “Central Autonomic Network” (CAN), vera e propria rete che controlla l’attività dei motoneuroni del sistema nervoso vegetativo;
  • il lobo parietale superiore (SPL), un’area principalmente coinvolta nelle funzioni visuomotorie e nella cognizione spaziale, specificamente legata alla generazione e al mantenimento dell’immagine corporea. Il risultato dell’integrazione di input visivi e propriocettivi è infatti l’aggiornamento della stessa immagine del corpo rappresentata in SPL.

A carico della PCC gli autori hanno osservato un’iniziale riduzione della perfusione immediatamente dopo il trattamento manipolativo osteopatico, seguita da un suo re-incremento a distanza di tre giorni come effetto a breve termine.

L’ipotesi è che la diminuzione iniziale della perfusione della PCC possa indicare l’effetto vasocostrittore conseguente alla risposta simpatica del sistema nervoso autonomo, mentre l’aumento della perfusione tre giorni dopo l’intervento potrebbe rappresentare il successivo passaggio a un ambiente parasimpatico, con conseguente vasodilatazione e aumento della perfusione.

Studi recenti suggeriscono che la PCC abbia anche un ruolo centrale nel supportare la cognizione internamente diretta, essendo responsabile dell’integrazione della localizzazione spaziale corporale, dunque risulta molto importante ai fini dell’esperienza coerente del sé corporeo nello spazio (Guterstam A et al, 2015). Viene così identificata come un pre-processore emotivo che valuta l’auto-rilevanza di eventi emozionali e stimoli esterni. Ciò indica che l’OMT è in grado di influenzare anche la capacità del corpo di pre-processare le sollecitazioni provenienti da fuori.

Oltre alla PCC, la perfusione risulta ridotta immediatamente dopo il trattamento manipolativo osteopatico anche nel SPL. Gli autori, in base ai risultati ottenuti, ipotizzano che le afferenze somato-sensoriali derivanti dal OMT possano condurre a effetti transitori sull’integrazione degli input e sul senso di proprietà del corpo.

I risultati e l’importanza del trattamento manipolativo osteopatico

In conclusione, la riorganizzazione dovuta al OMT genera effetti immediati che creano anche alterazioni a distanza di 72 ore sull’immagine del proprio corpo e sul senso di appartenenza allo stesso, così come conseguenze sul sistema nervoso vegetativo. Gli esiti specifici del OMT sul SPL sono invece transitori, suggerendo che la sua influenza sulla configurazione spaziale corporea sia passeggera; mentre gli effetti a breve termine sulla perfusione della PCC hanno un’influenza più duratura sulla rete autonomica centrale CAN.

Lo studio è stato condotto su soggetti asintomatici, il che significa senza dolore ma non senza disfunzioni. Questo rappresenta un punto importante della ricerca in quanto le disfunzioni somatiche producono effetti ancor prima di indurre dolore e il loro trattamento genera modificazioni neurovegetative oggettivabili a livello cerebrale.

Altro punto di forza della ricerca è il gruppo di controllo con placebo manuale, argomento molto discusso in letteratura visto che un tocco può generare reazioni anche senza volerlo. L’efficacia del placebo è stata monitorata con un questionario in cieco somministrato da una psicologa esterna, in modo tale da verificare come anche nei soggetti del gruppo placebo ci fosse la percezione di essere stati sottoposti a un trattamento sperimentale.

Bibliografia:

Federica TamburellaFederica PirasFabrizio PirasBarbara SpanòMarco TramontanoTommaso Gili Cerebral Perfusion Changes After Osteopathic Manipulative Treatment: A Randomized Manual Placebo-Controlled Trial” – Frontiers in Physiology 2019 Apr 5;10:403. doi: 10.3389/fphys.2019.00403. eCollection 2019

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