Aumentano gli italiani affetti da dolore cronico (ovvero un dolore che persiste da almeno 3 mesi), oramai oltre i 12 milioni, e meno della metà sa a chi rivolgersi. Ad oggi, le cure farmacologiche non risultano essere la soluzione al problema e il costante aumento dei soggetti affetti da tale disturbo, incide non poco dal punto di vista economico. Si stima una spesa di 2 miliardi di euro, sia direttamente a carico del SSN, sia indirettamente, portando una diminuzione della produttività del paese a causa dell’assenteismo sul posto di lavoro.

Il ruolo dell’osteopata nella cura del dolore cronico

Il dolore è un campanello di allarme che ci avverte che qualche cosa nel fisico non funziona correttamente. Il compito dell’osteopata è individuare ciò che non funziona nell’organismo, ricercando la causa del dolore per risolvere il problema alla radice: per questo l’Osteopatia rappresenta un valido aiuto. A fronte di un disturbo che si manifesta col sintomo del dolore, l’osteopata, piuttosto che agire sul sintomo, cerca di individuarne la causa ed interviene rimuovendola in modo da ristabilire il normale equilibrio corporeo.

In Osteopatia il corpo è considerato un’unità, e tutte le parti sono considerate in relazione tra loro, anche quelle che normalmente si è abituati a considerare distanti e indipendenti. In realtà le relazioni neurologiche, meccaniche, vascolari, immunitarie e psichiche sono tutte sempre presenti nel corso di una patologia, sia essa funzionale od organica. L’importante è non dimenticarselo!

Quando rivolgersi all’osteopata?

Molti sono i casi legati a dolori cronici in cui il trattamento osteopatico risulta essere di fondamentale importanza: cefalea, artrosi, lombalgia, lombo-sciatalgia, cervicalgia, sono solo alcuni esempi.

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