ricerca osteopatia

È stata recentemente pubblicata sulla rivista Complementary Medicine and Therapies l’analisi bibliometrica della ricerca empirica eseguita dal 1996 al 2018 per aiutare la comunità osteopatica a identificare le caratteristiche degli articoli pubblicati sull’efficacia della pratica osteopatica e fornire un quadro complessivo del suo impatto nella letteratura scientifica.

L’osteopatia è scientifica?

Sebbene i risultati di questo studio non lascino dubbi, la sua efficacia continua ad essere dibattuta, nonostante il crescente utilizzo dell’osteopatia nella popolazione generale. In questa era di pratica basata sull’evidenza, nessuno studio aveva precedentemente esaminato la letteratura scientifica nel campo osteopatico per identificare le conoscenze pubblicate, le tendenze e le lacune nella ricerca empirica. Gli obiettivi di questa analisi bibliometrica erano rivolti a descrivere le caratteristiche degli articoli pubblicati sull’efficacia dei trattamenti osteopatici e a fornire un ritratto complessivo dei loro impatti nella letteratura scientifica.

I dati dello studio

L’Italia è risultata essere al 2° posto per numero di studi empirici pubblicati, dopo Stati Uniti, Spagna e Regno Unito, con una crescita vertiginosa di pubblicazioni sull’osteopatia tra il 1980 e il 2014.

Ben 389 articoli hanno soddisfatto i criteri di inclusione dell’analisi che ha stabilito un raddoppio degli studi empirici pubblicati ogni 5 anni.

Gli articoli sono stati pubblicati in 103 diverse riviste indicizzate, ma più della metà (53,7%) è stata pubblicata su una delle tre riviste incentrate sull’osteopatia, prima fra tutte JAOA. Un totale di 187 studi (48,1%) hanno esaminato gli effetti della pratica osteopatica con l’utilizzo di una combinazione di tecniche che appartenevano a due o a tutti i campi classici dei trattamenti osteopatici (muscoloscheletrico, cranico e viscerale).

Il contributo delle autrici

L’analisi bibliometrica è un metodo per mappare, misurare e studiare i risultati scientifici di un particolare settore di ricerca, in questo caso quello della ricerca in osteopatia, mirando nello specifico a fornire dati quantitativi su tutte le ricerche di un determinato campo e offrendo una prospettiva completa delle tendenze, dell’attività, dei risultati e dell’influenza di tali ricerche.

Le autrici dello studio Chantal Morin e Isabelle Gaboury dell’Università canadese di Sherbrooke, in Quebec, spiegano che “una panoramica bibliometrica potrebbe aiutare a informare ricercatori, professionisti, altri operatori sanitari, responsabili politici e pazienti e a chiarire le percezioni della produttività scientifica”. La ricerca si inserisce in un quadro particolare per l’approvazione dell’osteopatia nel mondo, il cui ruolo continua ad essere molto dibattuto soprattutto a livello sanitario, malgrado il numero sempre crescente di pazienti che si rivolgono all’osteopata per i motivi più diversi. Le autrici chiariscono inoltre che “considerando la crescente popolarità dell’osteopatia, è importante descrivere e analizzare le pubblicazioni disponibili che riportano l’efficacia misurata negli studi. Ad oggi, non esiste una pubblicazione che riassuma le tendenze mondiali nelle pubblicazioni osteopatiche empiriche”.

Conclusioni

Il numero di studi empirici sull’osteopatia è aumentato significativamente dal 1980 al 2014. La produttività sembra essere molto in sincronia con lo sviluppo della pratica e le innovazioni; tuttavia, gli articoli sono stati pubblicati principalmente su riviste osteopatiche rivolte a un pubblico limitato e disciplinare.

Riflessioni

È importante inoltre soffermarsi su un aspetto fondamentale della Medicina Osteopatica: per l’osteopatia, infatti, l’individuo biologico deve essere studiato, valutato e trattato in quanto totalità organizzata in un sistema di variabili e non in quanto somma di parti discrete. L’etimologia stessa del termine individuo ci indica che ogni singolo essere ha caratteristiche tali (un’individualità) che lo rendono unico ed indivisibile e lo differenziano da tutti gli altri esseri della stessa specie, infatti è “originale”: non esistono due individui perfettamente identici.


Il vantaggio di questo tipo di approccio rispetto ad uno più analitico ci permette la singolarità di ogni trattamento. Ogni volta, ad ogni seduta, il paziente presenterà caratteristiche diverse (anche nel caso in cui sia lo stesso paziente!) e noi dovremo essere bravi a coglierle, senza cadere in rigidi protocolli!

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BIBLIOGRAFIA:

Chantal Morin, Isabelle Gaboury “Osteopathic empirical research: a bibliometric analysis from 1966 to 2018” – BMC Complementary Medicine and Therapies. 2021 Jul 7;21(1):196. doi: 10.1186/s12906-021-03366-3.

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