Il mal di testa, o cefalea, è uno dei disturbi neurologici più frequenti nella popolazione: secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità più del 45% della popolazione soffre di emicrania. Un paziente su due ha sofferto di mal di testa nel corso della sua vita ed è ricorso a farmaci. Un dato incredibile è quello legato alla spesa che deve sostenere chi ne soffre: ogni emicranico spende in media 852€ l’anno per combatterla, di cui la metà (425€!) per i farmaci. In questi casi l’osteopatia può essere molto d’aiuto, limitando la spesa economica e gli effetti collaterali legati al trattamento farmacologico.

La cefalea risulta essere il sintomo doloroso di uno squilibrio neurovegetativo e vascolare che in alcuni casi rischia di compromettere fortemente la qualità di vita degli individui che ne sono afflitti. Proprio per questo vi è la necessità di studiare un “protocollo” di approccio alle cefalee dal punto di vista osteopatico, tenendo presente la multifattorialità scatenante e il disagio globale che investe il paziente a più livelli.

Come insorge la cefalea? Come inizia il dolore alla testa?

La sua insorgenza è associata alla stimolazione delle terminazioni nervose dolorifiche del cranio, che sono situate in corrispondenza dei tessuti molli extracranici (cute, muscoli, arterie, occhio, orecchio e cavità nasali) ed in strutture intracraniche (seni venosi e loro vene tributarie, osso, arterie cerebrali, nervi trigemino, vago e glossofaringeo). Il tessuto cerebrale, invece, essendone sprovvisto, è insensibile al dolore.

Eventi meccanici, come una dilatazione dei vasi arteriosi o come un’infiammazione che interessa nervi o muscoli, possono avere una forte influenza sull’attivazione di questi recettori. Il dolore causato da questo disturbo può comparire in varie forme (senso di pesantezza, cerchio che stringe la testa o come pesantezza agli occhi…) e può presentarsi con attacchi isolati ricorrenti o con dolore cronico.

Tipologie di mal di testa

La varietà degli aspetti patologici ha portato, nel tentativo di codificare i vari tipi di cefalee, ad una classificazione delle stesse. Secondo la Classificazione fatta dall’International Headache Society possiamo dividerle in Primarie (senza specifici fattori, cause o malattie che possano aver provocato il mal di testa) e Secondarie (conseguenti ad una causa specifica che, se rimossa, farebbe cessare il dolore).

Tra le cefalee primarie distinguiamo:

  • L’emicrania, caratterizzata da dolore pulsante che colpisce un lato della testa
  • La cefalea muscolo-tensiva, caratterizzata dalla presenza di dolore acuto sui muscoli del capo, del collo e delle spalle
  • La cefalea a grappolo, nella quale il dolore è molto intenso, può insorgere anche di notte o ad orari fissi durante il giorno.

Le cefalee secondarie sono dovute a:

  • Traumi cranici e/o cervicali
  • Alterazioni vascolari craniche o cervicali
  • Patologie intracraniche non vascolari
  • Infezione (sistemica, batterica, virale, intracranica)
  • Squilibrio dell’omeostasi
  • Disordini di collo, occhi, naso, seni paranasali, denti, bocca, articolazione temporo-mandibolare
  • Disturbi psichiatrici

Questi tipi di mal di testa hanno origini diverse tra loro, ma tutti possono giovare del trattamento osteopatico. 

Il meccanismo scatenante la patologia consiste in una fase di vasocostrizione (il lume del vaso venoso si riduce rallentando così il passaggio del sangue), seguita da una vasodilatazione (il suddetto vaso recupera il diametro ottimale), che si esprime con dolore e stimolazione neuronale.

Il fattore scatenante l’emicrania è quindi l’eccessiva stimolazione del nervo trigemino e/o occipitali grande e piccolo, responsabili dell’innervazione dei vasi sanguigni intracranici, a cui consegue il cambiamento interno del sistema vascolare.

Nel caso delle cefalee tensive, si aggiunge anche l’interessamento della muscolatura cervicale.

Uno studio scientifico sull’efficacia dell’osteopatia in caso di mal di testa

Con questo studio si è voluto evidenziare come la figura dell’osteopata possa essere utile nella risoluzione di tale patologia, in quanto è in grado di ridurre buona parte degli stimoli irritativi, responsabili della sensazione di dolore. Nello specifico si ha la possibilità di:

  • Lavorare sulle suture craniali, soprattutto quelle tra osso occipitale e osso temporale, riducendo le tensioni intracraniche e riuscendo così a dare maggior agio alle strutture vascolo-nervose;
  • Effettuare un lavoro di riequilibrio tra i diaframmi del corpo: pelvico, toracico inferiore e superiore, buccale e tentorio-cerebellare (intracranico), che rappresentano strutture essenziali e cardine nella distribuzione delle pressioni all’interno delle cavità corporee;
  • Migliorare la libertà di movimento delle articolazioni sacro-iliache, che rappresentano una delle principali cause di rallentamento della motilità craniale, soprattutto dell’osso occipitale, strettamente connesso al sacro tramite la meninge più esterna, la dura madre;
  • Ridurre le tensioni muscolari a livello cervicale, attuando un allungamento dei tessuti molli;
  • Poter relazionare la cefalea ad alcune problematiche di origine viscerale.

Materiali e metodi

Sono state selezionate per la ricerca 20 donne di età dai 20 ai 40 anni che soffrissero di Cefalea da più di tre anni con più di un attacco mensile che perdurasse per più di un giorno.

Il 50% delle pazienti presentava disturbi a carico dell’apparato epato-gastrico (reflusso gastro-esofageo, dispepsia, gastralgia); 40% all’apparato enterico (colon irritabile); 10% problemi dell’apparato respiratorio (sinusite cronica, allergia stagionale); 75% dismenorrea; 15% tachicardia, attacchi d’ansia; 60% disturbi sonno-veglia (si sveglia al mattino non riposato). Nella valutazione osteopatica, considerando le linee di forza di Littlejhon, sono stati riscontrati per la maggioranza soggetti con tipologia mista prevalentamente anteriore. Tutti i pazienti presentavano all’esame obiettivo: contrattura muscolare e alterazione del microcircolo linfatico con conseguente sensazione di densità tissutale a livello sub-occipitale, cervicale, dello stretto toracico superiore e dorsale, con importanti tensioni del legamento nucale. Le disfunzioni osteopatiche più frequentemente riscontrate sono state a livello del sacro (90%); C0-C1 (90%); C3-C4 (65%); disfunzioni monosegmentarie di D1-K1 (60%), D12 e L1 (90%); disfunzioni di D4, D5, D8, D9 (75%).

Sono stati eseguiti 4 trattamenti: uno alla valutazione, due a distanza di una settimana uno dall’altro e uno dopo 15 giorni dall’ultimo trattamento.

Il lavoro sperimentale svolto prevedeva l’intervento esclusivamente sull’asse centrale (colonna vertebrale, bacino e occipite) utilizzando tecniche osteo-articolari, meccaniche (fasciali, funzionali, energia muscolare, thrust) escludendo volutamente tecniche sul piano viscerale e craniosacrale e ponendo attenzione alla normalizzazione delle principali disfunzioni fisiologiche e non, per valutarne l’effetto sulle cefalee. La valutazione del risultato si è basata sul dato clinico, ossia il miglioramento di frequenza, intensità e durata degli attacchi cefalalgici, la diminuzione dell’utilizzo di farmaci, gli effetti positivi sulle eventuali altre distonie neuro-vegetative e sulla qualità di vita del paziente.

Risultati

La cefalea tensiva ed emicrania sono sicuramente turbe di grande importanza, di difficile gestione e soluzione che, ovviamente, nemmeno l’approccio osteopatico riesce a risolvere nella sua totalità, anche se in molti casi, grazie al trattamento osteopatico, si è evidenziato un calo dell’intensità del dolore e una diminuzione nella frequenza degli attacchi: su 20 donne esaminate, 6 non hanno evidenziato cefalee nel periodo esaminato, il restante ha risposto al trattamento dicendo che il dolore era meno intenso di almeno due punti sulla scala VAS, di più breve durata e 3 casi su 14 gestibile senza farmaci.

Dal punto di vista statistico possiamo riassumere dei sostanziali cambiamenti significativi su più fronti:

  • Una diminuzione della frequenza (numero di episodi) di attacchi di mal di testa (40% rispetto all’inizio)
  • Una diminuzione dell’intensità dell’attacco (20% rispetto ai dati iniziali);
  • Una diminuzione della quantità di medicinali assunti (45% rispetto ai dati iniziali);

Conclusioni

Gli effetti positivi del trattamento osteopatico sulla gestione del mal di testa potrebbero essere imputabili a concentrazione di oppioidi e di serotonina che il trattamento manipolativo stesso va a stimolare.

E’ da tenere presente che molteplici fattori estrinseci, non controllabili, possono influire nella quotidianità del paziente per favorire il riproporsi della sintomatologia dolorosa e/o predisporlo a ricadute (fattori ambientali, emozionali, ormonali, stress…): tali fattori non sono prevedibili, ma possono essere tenuti sotto controllo educando il paziente ad uno stile di vita adeguato (andare a dormire e svegliarsi sempre alla stessa ora; non utilizzare il telefonino per un’ora prima di andare a dormire) o dando al paziente stesso semplici esercizi ripetibili, finalizzati al riequilibrio respiratorio, della frequenza cardiaca e di auto allungamento delle catene fasciali al fine di predisporlo a gestire lo stress psicofisico, combattere le posture scorrette tenute durante la giornata e riequilibrare la motilità viscerale.

Nello studio non sono state esaminate, nello specifico, le disfunzioni recettoriali quali occhio, bocca che di sicuro svolgono una componente importante in questa disfunzione (se pur trattate indirettamente per connessione neurologica manipolando C0C1C2C3).

Osteopatia per il mal di testa: un trattamento manuale personalizzato

Quello che è certo, ed è anche il bello dell’osteopatia, è che non si può considerare un mal di testa uguale ad un altro. Spesso la causa può essere lontana nel tempo o nel corpo, le tensioni possono essere presenti da tanto tempo oppure essere particolarmente nascoste e profonde: ogni persona va valutata interamente per la sua storia, gli interventi chirurgici, stress o traumi del passato, bisogna tenere conto delle sue abitudini e stile di vita per poter agire su più fronti in modo da risolvere il problema alla radice limitando allo stretto necessario l’uso dei farmaci.

L’osteopata si comporta proprio come un sarto, deve essere abile a cucire addosso al paziente il trattamento che gli serve, sulla base di quelle che sono le sue caratteristiche.

Personalmente credo che l’importante sia mettere la persona al centro del trattamento, e non la patologia.
L’obiettivo sarà risolvere il problema ed il dolore, ma il modo migliore per arrivarci è sempre partendo dalla persona, dalla sua storia e dalle sue abitudini se si vuole ottenere un effetto che sia duraturo!

In conclusione, il trattamento osteopatico può essere utilizzato come un’integrazione al trattamento delle cefalee, ma ogni paziente è unico, e come tale deve essere valutato e trattato nella sua totalità e unicità quindi anche in tal caso, il trattamento osteopatico, deve mirare a trovare le cause principali che non permettono la migliore manifestazione della salute all’interno del singolo organismo.

Osteopata per il mal di testa a Savona

Se il mal di testa è qualcosa con cui sei abituato a convivere da tempo, ma sei stanco e vorresti provare a trovare una soluzione più duratura (se non addirittura definitiva), prova il trattamento osteopatico del mal di testa a Savona, contattami e prenota un appuntamento: valuteremo insieme il problema e come affrontarlo per ottenere i migliori effetti possibili!

P.S.: un grazie al maestro Guido Rolle per i suoi studi sulla cefalea tensiva e il trattamento manipolativo osteopatico.

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